La Cura non è solo un libro su una malattia, è un libro su una performance etica e tecnologica, un hacking che inverte i termini di quanto siamo soliti intendere per “biopolitica”, anzi un “antibiotico politico”.
Hacking come riappropriazione dello spazio vitale dei propri dati fisici e medici, come scardinamento di un sistema chiuso di comunicazione dei dati medici.
Un atto di valorizzazione dell’esserci e di usare la prassi tecnologica per rivendicare, innanzitutto, il sapere e poi la condivisione dello stesso.