Due brevi parole in ritardo. Penso che l’Isia sia come un oasi nel mondo arido in cui ci troviamo a vivere. Un oasi è un terreno fertile da coltivare, che può portare nutrimento e risorse dove non ci sono più. Coltivare significa far crescere con Cura. Se un aspetto della Cura è la ricerca del senso, possiamo, dobbiamo pensare di passare dal senso al “Buon Senso” e coltivare, educare, formare persone capaci di averlo, buon senso, e di trasmetterlo. Dunque non solo nozioni, ma una cultura aperta e responsabile, come in Isia si è cercato di fare da sempre. Curare dunque, come prendersi cura della scuola, degli studenti, della formazione aperta, delle relazioni. Portare fuori, in città, nella nostra comunità, nella società la cultura e il messaggio di un’idea del design in isia. Collaborare con le scuole, portando il design nelle scuole, lavorando con i bambini, per coltivare la cultura del design. Sulla porta della scuola di Barbiana, Don Milani teneva un cartello con la scritta “I care”: in modo semplice, essenziale riassumeva le finalità educative di una scuola responsabile, orientata alla presa di coscienza civile e sociale. Un approccio per cui lo scopo dell’insegnamento non è solo produrre apprendimento, passare nozioni, ma generare condizioni di apprendimento, per cui è fondamentale apprendere insieme e far si che insieme si possa dare forma all’esperienza, promuovendo forme di interazione.