cambia parola

‘ da tempo che seguo un po’ i tuoi progetti perché stimolato da un tuo intervento a Pompei riguardo il progetto Ubiquitous Pompei. Adesso seguo questa tua nuova ‘azione’ perché sono mesi che mi sto interessando a quella che Jeremy Rifkin definirebbe la ‘Civiltà Empatica’. La tua Cura potrebbe aiutare a sviluppare questo quarto istinto che è partecipazione, mettere in comune. In questi giorni sto lavorando ad un mio progetto che sarà anche argomento di tesi e che ha molto a che fare con lo sviluppo di una intelligenza collettiva. Mentre svolgo i miei studi, capita che mi salta alla mente la tua ‘azione’ che vede l’errore della macchina-umana come opportunità per rimetterci tutti in connessione.

Una volta sono stato male, andai da tre specialisti (mia madre ci tiene alla salute) e ognuno mi diede una cura diversa: chi diceva che il problema era psicologico, chi osseo, chi muscolare. Tornando a casa incontrai mio zio, fisioterapista votato alla medicina alternativa. Mi guardo e mi disse: ‘comincia a chiamare la malattia con un nome diverso, può anche essere qualcosa che ti diverte’. Decisi di non comprare nessuno dei farmaci che mi avevano consigliato o prescritto. Mia mamma ne comprò comunque uno e lo tengo ancora conservato, integro. Lo conservo, anche se scaduto, perché mi ricorda la scelta fatta. Decisi di dare un nome buffo alla mia malattia e lei svanì. Passai in un paio di giorni dal dolore sfibrante alla quiete energica. Ogni tanto torna ma io so come parlarle.

L’altro giorno spiegavo ad una amica le motivazioni della tua ‘Cura’ e, senza accorgermene, ho sostituito la parola ‘tumore’ con la parola ‘bug’. Cioè dicevo frasi del tipo: ‘c’è questo ragazzo che ha trovato un bug al cervello, ora ha messo i suoi dati online e la comunità cercherà di aiutarlo’, e poi ancora, ‘per me potrebbe essere proprio un bugbang, qualcosa che generi nuovi mondi nella testa delle persone, nuove visioni’. Lei mi ha fermato e mi ha chiesto cosa fosse un bug e solo allora mi sono accorto di avere usato la parola ‘bug’. Stamattina quando mi sono svegliato ho cominciato a prendere appunti sulla tua presenza cerebrale, che di nome fa BUG e di cognome fa BANG. Metterò insieme la mia cura, come un piccolo alchimista digitale è la chiamerò BUGBANG.

Mi piacerebbe avere un confronto, un breve incontro, un caffè corto con te. Oggi sono tornato per un po’ in Italia (vivo a Lisbona) dove resterò fino al 13 ottobre. Sarò a Roma fino a questo giovedì, e ci ritornerò intorno all’11 ottobre. Mi piacerebbe che tu mi condividessi un po’ delle tue linee di pensiero e un po’ delle prime impressioni sulle reazioni degli utenti della rete.

S

to pensando che quando uno sta male e ti vengono a fare visita, le persone salutandoti ti dicono: ‘Curati!’ mentre quando fai cose strane, un poco pazzarelle, ti dicono: ‘Fatti curare!’. Essere un poco matti stimola il senso di collettività