Viaggiare con un trolley

Oggi, parliamo di cura (cominciamo lrggeri 🙂 Facciamo subito un parallelismo con “il viaggio”quindi la Cura = viaggio verso la guarigione. Nel viaggio ci sono alcuni punti fissi, per esempio : la partenza. Il punto “A” identifica il luogo, il momento nel quale e dal quale vuoi allontanarti, il muro che ti si pone dietro le spalle sul quale è scritto ” da adesso in poi”. La programmazione. ( preciso che non parliamo di fuga). Cosa ti porti? Sai che non puoi riempirti lo zaino con tutto ciò che sei, “qualcosa” devi lasciare, avrai bisogno di ascoltare, guardare, prendere e, semplicemente avrai bisogno di spazio. Chi ti porti o chi non ti porti dietro. Ecco questo è un punto molto importante, almeno per me è così. “Chi ti porti dietro” non è il tuo compagno di viaggio ma quell’oggetto vivente, una specie di trolley nel quale riversi… tutto, un’appendice del tuo IO. Il magico trolley che ti segue anche se non sei tu a tirarlo, l’appendice che dici di amare ma che tratti come oggetto. Forse, dopo questo pensiero deciderai di partire da solo, portandoti dietro solo il tuo Cane e magari ti renderai conto che parlavo proprio di lui. Dove e come vuoi arrivare, quale strada vuoi percorrere quindi, dove sei! (Mi vengono in mente i vecchi videogiochi, quando si voleva sipngere PacMan in una nuova dimensione, o quando uccidevi il Principe Di Persia lanciandolo contro un muro). Fare un giro su se stessi può essere un lavoro molto duro ma è comunque un punto chiave per la cura. Ora, il muro è alle spalle e il punto A si trasforma in una scritta “Start” Da adesso in poi continuerai a camminare, di giorno, di notte, da solo, in compagnia, spinto dal tuo trolley e trainato dal tuo cane, da sveglio o nel sonno. Forse è questo il motivo per il quale non hai mai viaggiato, per il quale hai sempre chiuso gli occhi fino all’arrivo, tappandoti le orecchie urlando blablabla… (spesso il pacchetto è completo: volo, villaggio turistico, animatori/rianimatori, cibo spazzatura e riconsegna direttamente sul posto di lavoro… 5 minuti prima del suono della Sirena). Ecco ovviamente non parliamo di questo tipo di ” viaggiare” ma spesso si fa così anzi spessissimo. Come dire “quando cio il maldistomaco” voglio semplicemente non averlo più, “con chi dovrei condividerlo”. Bhè che tu lo voglia o no il tuo bisogno di viaggiare colpisce tutti e tutti vogliono andare e tornare in apnea, rapido e indolore, magari viaggiando in prima. Ancora una volta ti agliuterà l’Oggetto che ti porti dietro che screma un sacco di posti e situazioni dove Lui non è accettato, ancora una volta ti riporta nella dimensione del viaggio, con compagni ben disposti a regalarti sorrisi, speranze, gioia, nel punto rosso che ti aiuta a capire dove sei, un puntino che sta sempre su di te, in viaggio con te. Vorrei essere chiaro, non dico che la cura sia una passeggiata, per carità è ricchissima di cristiana sofferenza ma anche di quel dolore che chi ti ama prova nel vederti partire, nella paura di Non rivederti più, nella paura di non poterti accompagnare, di non sapere dove sei, e se ti sei perso. Quì consiglio un oggetto anzi un attrezzo tecnico che è il guinzaglio, un filo che ci tiene consapevoli della posizione che occupiamo nello spazio, un prolungamento della mano attraverso la quale passano emozioni che sia il guinzaglio, la mano… gli occhi, la voce, la cosa importante è che le emozioni fuoriescano e che entrino che siano una merce di scambio all’interno del viaggio. Per concludere non dimentichiamoci che è il ritorno a dare senso al viaggio… Il ritorno a quel muro, lasciato un sacco di consapevolezza fà, sul quale ci sarà scritto da adesso in poi pui andare avanti da solo, accompagnato nella vita dalle persone e dagli “oggetti” che ami, che ti animano e ti amano. Qualche tempo fa mio frato Antonio mi parlò del libro… lui mi chiese quali oggetti possono essere “dedicati” alla Cura. Oggi, ho voluto mettere giù un pezzo di me, un pezzo che parla di depressione e di chi/cosa mi stà aiutando nella Cura.