La Cura non riguarda soltanto le possibilità di sapere di più o di condividere questo sapere collettivamente, riguarda soprattutto le pratiche attraverso cui il sapere e insieme i soggetti del sapere si costituiscono come tali.
È una questione allo stesso tempo di politica della cultura e di tecnoscienza: significa creare nuove connessioni, nuovi collettivi, nuovi incontri. Quello che conta, e chi può renderne conto, emerge proprio in questi movimenti, nei processi relazionali distribuiti in cui diverse articolazioni possono avere luogo.
Ciò che soprattutto cura, ne La Cura, è il suo essere performance potenzialmente infinita, che situa il cancro dalla parte della vita, dinamica aperta all’intervento e al cambiamento continui, all’opposto della morte come chiusura di un sistema che si ripiega su se stesso.