C’è una matrice informazionale che configura il vivente e tutte le relazioni che lo interessano. Così la rete digitale si sviluppa come ecosistema cognitivo collettivo e connettivo: come il nostro corpo. La scelta e l’azione di Salvatore ed Oriana nei confronti del tumore diagnosticato risulta la scelta naturale di chi esce dalla gabbia del sistema operativo proprietario e sviluppa un percorso in chiave aperta, con il concorso e la reciprocità della condivisione delle sue applicazioni.
Sul piano logico della cultura reticolare biunivoca si tratta di una scelta coerente con un cambio di paradigma, con uno sguardo caratterizzato da una epistemologia complessa. Potremmo dire: nulla di straordinario per dei nativi reticolari, che usano i linguaggi espressivi e le azioni artistiche tanto come metafore quanto come chiavi dirette di relazione.
…Salvatore ha guardato il proprio codice sorgente, ha aperto e condiviso la sua sfera biologica ad un processo di risignificazione…
Cosa altro avrebbero potuto fare? In realtà la scelta non è stata dettata dal rispetto scolastico di alcun credo integralista ma costituisce uno straordinario esempio esistenziale.
Cosa è il coraggio se non l’assunzione di responsabilità e di rischio per le proprie azioni?
Cosa è la libertà se non la responsabilità della propria partecipazione informata ai processi che ci riguardano?
Così, come hanno più volte destrutturato i luoghi comuni del discorso sociale vivendo a pieno la disintermediazione della rete, Salvatore, e Oriana con lui, hanno fatto con il cancro e con i codici e le ritualità del sistema sanitario.
Dentro la rete della condivisione della conoscenza, dentro questo spazio epistemologico, Salvatore ha guardato il proprio codice sorgente, ha aperto e condiviso la sua sfera biologica ad un processo di risignificazione e il risultato finale costituisce una conferma felice. Ma ha guardato dentro di sé e ha messo in gioco la propria dimensione esistenziale e ha vissuto la propria a rete: questa è la lezione emozionante, il bel esempio. La condivisione come costruzione di una amicizia pubblica che genera un modello comportamentale che convive con un senso etico ed estetico, generando contraccambio e producendo valore, personale e sociale.
Tutto ciò si è prodotto e condiviso nella rete informazionale digitale rispondendo e sollecitando una domanda di senso, che continua nella sua inerzia virale.
Il libro che ci racconta questa avventura non è solo un fermo immagine in/di questo processo, ne costituisce piuttosto la chiave di lettura di chi e di coloro che ha/hanno voluto essere soggetto consapevole e partecipe, quindi condizione fondamentale per l’esito della cura stessa.
Nella Cura Franco Battiato canta:
“Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
Ti salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te…
io sì, che avrò cura di te.”
Potrebbe essere Oriana a dire queste parole a Salvatore o lui a dirle a sé stesso o, meglio, Oriana e Salvatore abbracciati se le dicono specchiandosi.
E noi con loro.