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U-topia

Utopia: οὐ (‘no’) and τόπος (‘luogo’) “in nessun luogo”

Che succede se Barriamo la “U” dalla parola utopia? Improvvisamente ci apriamo alla possibilità: il luogo, adesso, c’è, ci può essere.

La parola crea il luogo. Creando la parola lo facciamo esistere. Usandola insieme creiamo il senso.

Un luogo che nasce dalla parola, dalla moltiplicazione delle parole, dalla costruzione collettiva di un vocabolario che crea la possibilità: di immaginare futuri possibili creando parole e, usandole, di metterlo in pratica. Di performarlo.

E’ questa la traccia che La Cura sta sviluppando insieme a Matera: un percorso che si intreccia con Matera2019, MateRadio, le realtà pugliesi dell’ExFadda e di SOS – La Scuola open Source.

A presentarlo in anteprima per #LaCuraFest, Emmanuele Curti, archeologo e docente universitario attualmente impegnato nelpercorso di Matera2019.

Il Concept

Utopia.

L’utopia diventa utopia: esiste finalmente il luogo del desiderio e del senso, costruiti dalla comunità.

La creazione di un vocabolario dell’utopia, facendolo emergere dai luoghi e dai tempi. Una piattaforma (non solo digitale) per l’espressione delle persone, interconnettendole secondo i loro desideri, visioni, aspettative, per come emergono dal territorio e dalle situazioni.

Una nuova estetica dell’utopia. Una estetica dell’interconnessione. Riprendendo Bateson: “un’estetica capace di riconoscere il ‘bello’ di ciò che interconnette.”

La creazione di un nuovo rituale interconnettivo, che realizzi una convergenza e che renda viva la performance dell’utopia ritrovata, dandogli finalmente un luogo…

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