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SuoniCheConnettono

In che modo si può vivere il suono come una vibrazione che genera relazione con gli altri e con l’ambiente nel quale viviamo?

“I suoni che connettono” è un esercizio di relazione a cura di Roberto Risi e Marco Ferrante, volto a sperimentare il proprio corpo come cassa di risonanza. Il Laboratorio si svolge in gruppo e prevede tre fasi: utilizzando il corpo come strumento musicale prima e come ricevente dopo, i partecipanti interagiranno tra di loro per condividere il fenomeno di risonanza.

Il Concept

Ognuno di noi è sensibile alle vibrazioni generate dal suono, esse interagiscono con quelle del nostro organismo attraverso le membrane cellulari, generando quindi sensazioni fisiche ed emotive elaborate dal cervello (sensazione) e dal cuore (emozione). Quando la frequenza di tali vibrazioni coincide quella delle nostre cellule, avviene il fenomeno della risonanza, che accresce l’energia vibrazionale propagandosi nell’ambiente esterno sino a raggiungere gli altri.

Il suono è quindi una vibrazione che genera relazione. Questo il tema dell’incontro, un laboratorio distinto in tre momenti, di condivisione e di sperimentazione del corpo come cassa di risonanza.

Le Fasi

La prima fase prevede la sperimentazione del corpo come strumento musicale con la pratica del Qi Gong, l’antica Arte cinese della coltivazione del Qi, cioè dell’Energia Vitale. La pratica del Qi Gong del suono consisterà nell’emissione di sei diversi suoni che, grazie a specifiche posizioni di labbra, lingua e denti influenzano la circolazione del Qi nel corpo umano, stimolando positivamente le funzioni degli organi interni. La sessione sarà condotta dal dott. Roberto Risi, medico agopuntore, Allievo Istruttore di Qi Gong della Wudang Fu Style Federation di Padova.

Nella seconda fase il corpo verrà calato nel profondo campo sonoro generato dal didgeridoo, ancestrale strumento musicale degli aborigeni australiani, ricavato dal tronco cavo di un albero scavato dalle termiti. Questo strumento è in grado di produrre vibrazioni che hanno un effetto rilassante per la persona che lo riceve. La mente si acquieta, la ripetitività del ritmo portato avanti per decine di minuti favorisce una sorta di “vuoto mentale” che aiuta nella pratica della meditazione. La sessione sarà condotta da Marco Ferrante, che ha appreso la tecnica da uno sciamano aborigeno della nazione di Bundjalung Country, nella punta Est del continente australiano, a fianco del quale ha vissuto per tre anni.

La terza fase consiste in una meditazione silenziosa per permettere l’ascolto di sé insieme agli altri, e un momento di restituzione e condivisione dell’esperienza da parte dei partecipanti, per raccogliere commenti o contributi provenienti da esperienze alternative, dove il suono favorisce la connessione del nostro mondo interiore, con la natura ed il mondo esterno.

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